mercoledì 31 dicembre 2014

Non è il Verona dello scorso anno. Ma il colpevole non è Mandorlini










© foto di Daniele Buffa/Image Sport










Meno nove. E’ questo il dato che per la pausa natalizia fa preoccupare tutti i tifosi dell’Hellas. Non si tratta della temperatura a Verona per festeggiare un Capodanno comunque molto freddo, bens della differenza di punti tra questa e la passata stagione dopo 16 giornate. Un anno fa a questo punto del campionato la compagine scaligera era sesta con 26 lunghezze, adesso 15esima con nove punti in meno. Un crollo vertiginoso che (almeno per il momento) non basta per mettere a rischio la permanenza in Serie A, ma che dovr portare la societ a fare delle profonde riflessioni.

Gi, perch le colpe di questo tracollo sembrano soprattutto di un club che ha praticamente smantellato la squadra che nella passata stagione ha reso assai piacevole il ritorno in Serie A. Via Jorginho a gennaio, via Iturbe e Romulo in estate. Via, cio, le tre sorprese che hanno permesso a Mandorlini di viaggiare sempre con marce alte. Via comprimari come Donati, Donadel, Cacciatore e Martinho, calciatori comunque utilissimi per dare continuit a un 4-3-3 che fin da subito ha dato un’identit ben precisa alla squadra trascinandola fino a un passo dall’Europa.

Niente di tutto ci, invece, capitato in questa stagione. Restano i gol di Toni, bomber intramontabile, ma manca tutto il resto. Quella freschezza e imprevedibilit che ha caratterizzato l’ultima stagione. Saviola al momento oggetto sconosciuto, Nico Lopez ancora troppo discontinuo per essere un fattore determinante e la difesa con i nuovi arrivati ha perso la bussola: 27 gol subiti, peggio hanno fatto solo le tre squadre in zona retrocessione.

Ecco perch, nonostante qualche mugugno e qualche indiscrezione, Andrea Mandorlini resta ben saldo al suo posto. La squadra nettamente inferiore rispetto a quella della passata stagione, dovr essere la societ a porre rimedio a questa situazione. Gi a partire da gennaio.




Non è il Verona dello scorso anno. Ma il colpevole non è Mandorlini

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