Il DS Gianluca Petrachi ha rilasciato una intervista nell'intervista concessa a 'TV Play' e ha conversato della possibilità di tornare in carreggiata a partire dalla prossima estate: "Ho avuto dei corteggiamenti e delle chiacchierate con alcuni club, ma oltre a questo non ci sta altro di troppo concreto. Questo, comunque, è il periodo ideale in cui iniziare a programmare. Io mi auguro di legarmi ad un club perché io amo fare calcio. A me interessa relativamente la categoria, in seguito è innegabile che mi piacerebbe rientrare dalla porta principale. Ho vinto dei campionati a Pisa, ho portato delle plusvalenze a Torino e fatto bene a Roma: mi auguro che qualcuno si voglia affidare alle mie competenze. Serie B? Non mi interessa la categoria, io voglio fare calcio e avere la possibilità di lasciare una traccia di ciò che ho fatto con il mio lavoro, non ho mai fatto catastrofi".
Nel corso del botta e risposta, Petrachi ha in seguito parlato del futuro di Antonio Conte: "Mi auguro che vada all’estero in questo modo non mi associano più lui. Scherzi in disparte, io non posso spostarmi fuori dall’Italia per scelte personali, ho avuto varie offerte pure dall’Inghilterra ma non le ho mai prese in considerazione. Conte è una persona molto ambiziosa e prima di scegliere la sua prossima meta analizzerà ogni minimo dettaglio. Secondo il mio parere tornerà in Premier, è il campionato in cui si può esprimere totalmente perché in Italia ci sta poco calcio e troppo salotto. Dopo chiaramente l’Italia potrebbe pertanto essere la scelta prioritaria in caso di progetto importante, ma faccio fatica adesso a vedere un club italiano che possa andare su Conte".
Per concludere, una battuta sulla possibilità di ripartire dal Napoli: "La piazza di Napoli è importantissima. Ciò che si è creato nelle ultime stagioni è stato straordinario: ha sempre viaggiato a ritmi altissimi sia in Italia che in Europa. Gli stimoli per andare in una società del genere sono altissime, mi piacerebbe ripartire da lì ma chiaramente non dipende dal sottoscritto, ma dalle intenzioni della società e dal patron se vorrebbe avere iniziare a delegare o scegliere accanto a sé delle figure che possono realmente lavorare. Penso che questo sia indispensabile, a prescindere da chi possa arrivare. De Laurentiis deve fare il patron e al tempo stesso deve delegare e permettere al suo direttore di lavorare, funziona in questo modo pure in qualunque altra azienda. Io ho sempre pensato che Aurelio sia un visionario ed è stato il primo ad ammettere che questa stagione sono stati fatti degli errori".
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