Tre gol come tre rintocchi: al Maradona, col triplice fischio risuona pure la fine all'epopea del Napoli campione d'Italia. Chissà se ne vedremo presto uno altrettanto bello e convincente: quello di quest'anno ha altri pensieri per la testa e li avrà da qui tutto sommato del campionato. La parola the end la scrive l'Inter, che si presenta alla nuova prima di Mazzarri con una sola ambizione: strappare il tricolore dalle maglie degli azzurri. Ci riesce: pure a poco più di un terzo dell'anno, undici punti dalle vetta sono troppi per essere recuperati, per ancora con tre squadre dinanzi. Se gli uomini di Simone Inzaghi ne abbiano cucito pure una fetta sulle proprie divise, questa è un'altra storia.
La Juventus è un lupo: testarda, aggrappata alle sue speranze. La parola scudetto ora mai risuona liberamente pure negli spogliatoi della Continassa. Il successo sul Monza, che una Serie A fa prese zero gol dai bianconeri, ha un sapore particolare. In altri tempi, la squadra di Allegri avrebbe perso. L'anno scorso, ora del campionato, la Vecchia Signora aveva esattamente lo stesso numero di punti, un gol fatto in meno, due subiti in meno. I dati sono simili, ma raccontano storie diverse: la Juve di quest'anno non ha un gioco che ne legittimi le speranze di vittoria, ma ha la testardaggine di crederci nonostante tutto. È come un lupo, che aspetta il momento corretto per colpire. Una componente che tanta parte ha giocato, pure nei successi bianconeri del passato.
L'Inter è debordante, troppo bella per essere vero. La squadra di Inzaghi abbonda. Di gioco, di solidità, a tratti persino di bellezza. Allorchè innesta la marcia giusta, e ora mai capita sempre più volte, non la fermi più. Mette sul terreno di gioco il quarto d'adesso nerazzurro, senza fare paragoni blasfemi, e parecchi saluti a tutta la concorrenza. Ha il miglior attacco e la miglior difesa di campionato, il primo per distacco. Ha soluzioni in panchina e Inzaghi nella giornata odierna sa sfruttarle come non sempre gli accadeva in passato. Ha il miglior marcatore della Serie A e vince tre a zero pure se Lautaro non segna. Non può schierare sul terreno di gioco due titolari su tre nel reparto arretrato e pare che non sia in questo modo. È come un leone: ruggisce e vince, ma convince pure.
Sarà uno scontro fra due filosofie. Non tre, perché sulla carta ci sarebbe da aggiungere pure il Milan: sei punti non sono abbastanza da decretarne l'uscita di scena. Tuttavia i rossoneri sono fragili e hanno perso entrambi gli scontri diretti: non può essere un caso. No, il Maradona, lo stadio dell'unica squadra che poteva davvero rientrare in corsa, conferma: lo scudetto se lo giocheranno Inter e Juventus. Uno scontro di filosofie, il nuovo Inzaghi che avanza contro il vecchio Allegri che non molla mezzo punto. Non è giochisti contro risultatisti, non solo: ci sono tante sfumature. Max ha spedito più calciatori in gol del Simone, undici a nove. Max punta più sui giovani di Simone, di necessità virtù si ritrova con Miretti quasi titolare fisso. Simone ha preso meno gol di Max, pare un paradosso ma non lo è. Max ha quattro attaccanti di alle stelle livello e non riesce a trovare un bomber, Simone ha liberato Lautaro al massimo e fatto di Thuram un devastante trascinatore. Fin qui, Simone ha peccato una sola volta di minor bellezza, proprio in casa di Max: di nuovo, non può essere un caso. Sono due bestie diverse, Inter e Juve: la prima è più bella, ma non può sottovalutare la seconda, hanno tutte e due un'identità forte. Sarà partita a due, speriamo che sia bella e divertente. Come minimo più dell'unico derby d'Italia a cui abbiamo potuto assistere finora.
Image:Getty Segui le Ultime News Calciomercato Napoli Segui le Ultime Notizie Napoli Calcio https://napolicalcio24.com/2023/12/04/juve-lupo-inter-leone-per-lo-scudetto-sara-partita-a-due-fra-mondi-opposti/?feed_id=15436&_unique_id=656d73b659efb
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