La Serie A vorrebbe avere più autonomia, ha riferito ieri il patron Lorenzo Casini. Tradotto per parlare più chiaro, il massimo campionato vorrebbe avere che la voce decisiva, nel processo per le riforme del mondo del pallone italiano, sia la propria. In questo modo non è e finora non è mai stato, includendo nella considerazione i pesi elettorali squilibrati verso le serie inferiori. In maggior misura, in questo modo non sarebbe se davvero l’11 marzo il patron federale Gravina superasse il diritto d’intesa delle componenti federali. Uno scenario nella giornata odierna francamente irrealistico, tanto più alla luce della nuova posizione di via Rosellini, da ove si parla di spirito collaborativo ma tutto sommato arriva una vera e propria minaccia. Non che in Serie A ci sia grandissima unità d’intenti.
Le big vogliono il campionato a 18. Non è una grandissima novità, ma non ha neanche lasciato indifferenti che le dirigenze di Inter e Juventus, all’indomani di un derby d’Italia privo di polemiche, si siano presentate insieme in assemblea. Durante il mattino, del resto, vi era stato un incontro, con pure i vertici del Milan, per cementificare una posizione comune. La principale preoccupazione è un calendario che di anno in anno si farà sempre più ingolfato e ingestibile, costringendo a rischi inutili o costi superiori per gestire tutti gli impegni. Le obiezioni del resto della compagnia? Non poche. La prima, fatta notare dai vertici di lega: meno squadre vorrebbe dire meno gare da vendere alle tv. Quattro giornate in meno di Premier League e Liga: lo spettacolo si può pure alzare, ma è tutto da dimostrare; l’offerta certamente si abbasserebbe.
Le piccole e il Napoli. L’altra obiezione, nella giornata di ieri: più che di riduzione del campionato, ci sta da fare fronte comune rispetto alle ipotesi di una riforma nonostante (per non dire contro) la Serie A. Ecco perché il patron Casini ha potuto rappresentare una posizione unitaria, pure molto variegata al suo interno. Rimandate, per lo meno per un po’, le divisioni. Che restano e prima o dopo affioreranno: se si sta seguendo il principio per cui il peso economico e i bacini d’utenza determinano pure il peso politico, nella giornata odierna è Serie A vs FIGC, ma prima o dopo sarà grandi contro piccole. Ci sta dopo chi, sempre e ad ogni modo, va in direzione ostinata e contraria. De Laurentiis ha lanciato nuove frecciate, in assemblea sono abituati a decisioni prese 19 contro 1, ma gli scenari cambiano. Non è passato inosservato che il Napoli non abbia preso posizione sulla Superlega dopo essere stato citato da Laporta. La Roma è stata l’unica a farlo in maniera netta con un comunicato; l’Inter ha fatto trapelare un no ambiguo che tradisce le sue diverse anime sull’argomento, ma per a questo punto è no. Il Milan da tempo si è palesemente messo in posizione attendista, mentre la tentazione pare aver colto nel segno con De Laurentiis.
Image:Getty Segui le Ultime News Calciomercato Napoli Segui le Ultime Notizie Napoli Calcio https://napolicalcio24.com/2024/02/09/perche-inter-milan-e-juve-vogliono-il-campionato-a-18-napoli-tentato-dalla-superlega/?feed_id=23533&_unique_id=65c654e196a84
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